I Volti Nuovi del Gruppo, Luca Rastelli: “L’argento mondiale juniores un’emozione indescrivibile”

Luca Rastelli è il protagonista odierno della rubrica I Volti Nuovi del Gruppo. Il giovane corridore della Bardiani-CSF-Faizané ha firmato il suo primo contratto da professionista, dopo due anni in Continental con la Colpack Ballan. Medaglia d’argento ai Mondiali Juniores 2017, il classe ’99 vuole ora crescere tra i grandi per provare, poco alla volta, a mettersi in mostra anche nelle competizioni più importanti. Il passaggio nella formazione italiana gli permetterà di crescere in un ambiente in cui non avrà pressione immediata, ma potrà già confrontarsi con corridori di livello. La redazione di SpazioCiclismo lo ha intervistato in esclusiva: un estratto dell’intervista può essere ascoltato nell’ultima puntata di SpazioTalk.

Che tipo di corridore sei?
Ad oggi mi conosco come un passista-scalatore, poi bisogna vedere tra i professionisti. Sono un corridore che va forte in salita, ma sulle salite lunghe, in cui posso andare con il mio passo.

A che età hai iniziato a correre in bicicletta?
A 13 anni, più tardi di tanti altri.

Per quale motivo hai scelto la Bardiani per passare professionista?
Penso che sia la Professional italiana migliore e tra le migliori in assoluto. Poi, conoscendomi, penso di aver bisogno di fare tutto un gradino per volta. Passare subito in una World Tour richiede subito maturità e un ambiente più agonistico. Passare in una Professional ti fa fare un passo alla volta. Poi, se hai le qualità, puoi fare il salto nel World Tour.

Com’è stato il tuo primo impatto con il professionismo?
Mi sto trovando molto bene. I ritiri sono andati bene, mi trovo bene con i compagni e lo staff. L’ambiente è professionale ma siamo tra amici. Quando si deve lavorare si fanno le cose per bene, dopo si scherza sempre insieme.

Cosa pensi del nuovo progetto Bardiani, che comprende il vivaio?
Ho saputo del vivaio. Io non sono più under, non faccio parte del vivaio. Il progetto è bello, si punta a far crescere i giovani. La Bardiani è sempre stata una delle squadre che tiene di più ai giovani.

Quanto è importante per voi giovani avere tanti corridori d’esperienza in squadra?
Allenarsi a fianco a uomini di esperienza come Battaglin, Visconti e Modolo è molto proficuo. Anche parlando del più e del meno in allenamento si impara qualcosa. Ci parlano di allenamenti, alimentazione, della loro esperienza. Abbiamo tante cose da apprendere.

Arrivi da belle stagioni in Colpack. Qual è il tuo ricordo migliore del ciclismo finora?
Direi il secondo posto al campionato del mondo 2017, da juniores. Lì per me è stata un’emozione indescrivibile. Poi ci sono state altre vittorie, come la Bassano-Monte Grappa nel luglio 2021 un mese dopo la caduta che mi ha fatto stare fermo qualche settimana. Mi ha insegnato tanto e ho imparato tanto da me stesso. Mi ha fatto capire quanto la fame di tornare in bici e la grinta possano fare la differenza.

Tra l’altro alla Bassano-Monte Grappa avete fatto tripletta di squadra.
Sì. Non ero partito come favorito, proprio per la caduta e infortunio. Essendo una salita così lunga, contavano le gambe. Chi ne aveva andava. Abbiamo fatto la salita abbastanza regolare, quindi sono stato favorito. Nel finale sono scattati i miei compagni, poi ho trovato un momento che mi sembrava buono ed è andata bene. Il ciclismo è anche saper cogliere il momento esatto, oltre ad avere le gambe. È stata un’emozione indescrivibile, non ci credevo.

Quando hai capito di poter passare professionista?
Il successo alla Bassano-Monte Grappa mi ha dato tanta fiducia, poi due settimane dopo è arrivata un’altra vittoria. Lì ho iniziato a credere che forse avrei potuto fare il grande salto. Da lì ci sono stati i contatti, fino a che sono andato a firmare il contratto. Lì è stata un’altra emozione indescrivibile.

Nel 2021 hai anche partecipato a qualche competizione professionistica. Com’è stata la sensazione?
Ho iniziato la stagione partendo la Laigueglia, anche se non ero in condizione ho fatto esperienza. È stato emozionante correre al fianco di professionisti che ho guardato in televisione per anni. Anche queste sono belle emozioni. Al Giro di Sicilia non ero in condizione, avevo qualche problema fisico e non sono riuscito a esprimermi al meglio. Ma è stato molto bello essere al fianco di corridori come Valverde e Nibali.

Chi è il tuo ciclista preferito?
Mi è sempre piaciuto Sagan, come corridore, anche per le acrobazie che fa in bicicletta. Anche se non ho le sue caratteristiche, chiaramente.

C’è qualche messaggio che vuoi lanciare ai giovani che iniziano con il ciclismo?
Credere sempre nei propri sogni e impegnarsi al 100%, perché può darsi che si avverino.

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